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Coronavirus un flagello per le aziende

Limitazioni per le aziende a causa del Coronavirus

Coronavirus: le ultimissime notizie dal Dpcm del 9 Marzo 2020 parlano chiaro. Alla luce di un’emergenza che ha assunto contorni nazionali su tutto il territorio italiano, a partire dal 10 Marzo, gli spostamenti sono limitati ai soli casi di stretta necessità, previa dichiarazione compilata.Coronavirus

Le misure urgenti del Governo Conte puntano all’efficace limitazione del rischio del contagio da Covid-19, con delle indicazioni volte a sostenere il più possibile la salute di: imprese, lavoratori, cittadini e turisti.

Molte domande affollano la mente degli italiani che, proprio in queste ore, si stanno chiedendo a cosa si andrà incontro concretamente. Proviamo a fare chiarezza.

Fotografia della situazione italiana ai tempi del Coronavirus

Le limitazioni sugli spostamenti degli italiani, che dovranno essere circoscritte alle sole circostanze di stretta necessità per lavoro o salute, non riguardano le merci. Pertanto, i corrieri viaggeranno normalmente per la consegna di quanto dovuto. Ne consegue che gli esercizi commerciali deputati alla fornitura di beni di prima necessità saranno adeguatamente riforniti, come sempre.

In più, le oltre 70mila persone che devono spostarsi per lavoro da un paese all’altro, potranno farlo semplicemente indicando l’azienda presso la quale sono in servizio, munendosi del modello di auto-dichiarazione previamente compilato e sottoscritto.

Lo stesso modulo servirà a chiunque debba lasciare la propria abitazione per motivi di natura transitoria legati a problemi di salute personali o di un familiare, oppure semplicemente fare la spesa. Ricordiamo che la dichiarazione non va compilata se non si oltrepassano i limiti della propria circoscrizione territoriale: in altre parole se ci si muove nel proprio comune di residenza.

Chi desidera reperire il modello da compilare si può rivolgere al comando delle forze di polizia più vicine.

Quanto al resto, fabbriche e impianti non si fermeranno, ma continueranno a lavorare soltanto per la produzione dello stretto necessario. Per quelle figure lavorative dov’è possibile inserire lo Smart Working è consigliato farlo, ma non è un obbligo. Quello che conta è che si rispettino le regole di base dettate per il contenimento del contagio:

– distanza di almeno 1 metro da colleghi e clienti,
– igienizzazione frequente delle mani,
– uso di fazzoletti usa e getta in caso di tosse o starnuti,
– uso di apposite mascherine filtranti.

Nonostante questi chiarimenti abbiano forma nota, però, c’è ancora chi si fa molte domande del tipo: i bar saranno aperti? Si può andare in un negozio d’abbigliamento, posto che sia aperto? E al ristorante? Chiariamo ogni punto.

Posso andare a cena fuori?

Le norme di sicurezza dettate per l’attenuazione dei rischi da Coronavirus sono inequivocabili: i ristoranti o i pub possono restare aperti fino alle ore 18.00 e soltanto nel caso in cui rispettino scrupolosamente le regole precauzionali anti contagio. Questo significa che, fino a provvedimento contrario, nessuno in questi giorni potrà prendersi la libertà di andare a cenare fuori, oltre le 18.00.

I locali che non rispetteranno gli orari di chiusura o i nuovi standard di sicurezza verranno chiusi coattivamente. Non è esclusa la possibilità di subire anche una multa. La chiusura dei locali entro le ore 18.00, però, non è ostativa per la realizzazione del servizio di consegna a domicilio: attuabile da chiunque ne abbia le possibilità e con le dovute precauzioni del caso.

Posso fare colazione al bar o l’aperitivo?

Per i bar vige la stessa regola di restrizione dei ristoranti, sia per quel che concerne l’orario d’esercizio che per le altre operazioni di prevenzione. Quindi, è possibile recarsi nei bar del proprio paese che non hanno scelto la chiusura precauzionale, per la colazione o l’aperitivo, ma soltanto rispettando le indicazioni ministeriali. Resta ferma la regola di chiusura alle 18.00.

I centri commerciali saranno chiusi nel week-end, altri negozi in via di adeguamento

Per coloro che si stanno chiedendo se è possibile recarsi in un centro commerciale la risposta è Sì, ma con le dovute limitazioni. Gli accessi, infatti, trattandosi di luoghi generalmente affollati sono contingentati, raggruppando un piccolo numero di clienti per volta con assetto turnario.
Quel che conta, durante le operazioni d’acquisto, è garantire una certa distanza tra tutti i presenti, siano essi appartenenti al personale in servizio, siano essi clienti. Stessa sanzione di chiusura obbligatoria toccherà a chi non sarà in grado di organizzarsi per far rispettare le regole, con il rischio di subire un arresto della propria attività.

Anche i negozi potranno restare aperti a fronte del rispetto delle norme igieniche di sicurezza e degli accessi a numero limitato, ma anche per loro la chiusura sarà alle 18.00. Pertanto, gli acquisti nei negozi fisici non sarebbero vietati, ma solo se rientranti nel proprio paese di residenza.

Per allontanarsi dal proprio limite territoriale, infatti, servirebbe una causa di stretta necessità legata a condizioni di lavoro, salute o acquisto di generi alimentari: e tra queste, non rientra certamente l’abbigliamento.

Pertanto, gli esercizi commerciali che non rientrano nel settore alimentare stanno pensando di chiudere in autonomia fino a nuovo ordine.

Questa scelta, interveniente anche da catene di retail molto note come Calzedonia, Coccinelle, Alcott e altre, sta coinvolgendo gli store individuali.
L’idea è quella di spingere sull’e-shop, soprattutto in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo. Nulla vieta, infatti, di poter usufruire degli e-commerce già istituiti, considerata la garantita consegna degli ordini su tutto il territorio.

Stop a Matrimoni, Funerali, Cinema e Teatro

Trattandosi di luoghi in cui non è possibile mantenere le distanze di sicurezza, cinema e teatro sono momentaneamente chiusi. Parimenti, sono state cancellate tutte le manifestazioni di carattere pubblico che prevedono l’aggregazione di più persone: persino i funerali e i matrimoni i quali, quest’ultimi, se non rimandati verranno celebrati esclusivamente in presenza dei testimoni e dell’officiante.

Sospesi anche congressi, meeting, riunioni ed eventi sociali di ogni genere e tipo, a cominciare da quelli che coinvolgono la sfera medico-sanitaria.

Chiuse anche le discoteche, luoghi di confusione per eccellenza, per le quali non vi sono eccezioni di nessun tipo.
Queste le disposizioni in vigore fino al 3 aprile 2020.

 

Da oltre 30 anni mi occupo di informatica. La mia è sempre stata una passione che mi ha portato ad accettare ogni nuova sfida, come una nuova vetta da conquistare.

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